“Confanonus Verò…,
erat rubeus, habens,
crucem almam intus”
L’Antico, Glorioso, Autentico Gonfalone di Crema.15 AGOSTO 2009
1439° DELLA FONDAZIONE DI CREMA
“Hoc unum dicam: Cremam esse
nobilissimam et antiquissimam…”
(Le Seriane di Alemanio Fino, 1571)
Il Lago Gerundo fu una grande distesa di acque che si formò per le frequenti alluvioni causate dalle variazioni del letto del Po, in concomitanza col periodo di aumento delle piogge, nonché a seguito di fasi di peggioramento climatico, che interessarono i secoli dal IV all’VIII d.C.
I fiumi Adda e Serio, non trovando facile sbocco nel grande fiume più a sud, strariparono le loro acque e formarono estese lagune, che potevano essere considerate “laghi”.
Si formarono poi anche grandi stagni, con terre emerse, uno delle quali, chiamato “Moso”, esisteva fino al secolo scorso.
Fu bonificato dai frati dell’ordine degli Umiliati e di San Benedetto. Il motto di questi ultimi era ed è ”Ora et labora”.
In quel periodo la conseguente grande erosione del suolo a monte favorì un aumento eccessivo di depositi alluvionali a valle, che formarono degli isolotti velocemente ricoperti da vegetazione.
Uno di questi, in origine chiamato “Insula Fulcheria”, fu sede di un tempio pagano, poi diventato cristiano: Santa Maria del Moso.
Raggiungibile per via d’acqua, piacque alle popolazioni in fuga dalle invasioni barbariche. Il territorio, che era quasi tutto ricoperto da foreste di querce, olmi, faggi e vegetazione umida, fu gradualmente disboscato ed abitato.
Nel 568 un’intera nazione, composta di Germani, Sassoni, Gepidi e Bavari, discese le Alpi del Friuli guidata da Alboino, re dei Longobardi. Questi barbari usavano “passar per fil di spada” senza rimorsi gli avversari, come avvenne per gli abitanti di Pavia.
Il loro arrivo terrorizzò le popolazioni del Nord dell’Italia; fuggire divenne un obbligo e vi furono varie emigrazioni, verso le città marittime sull’Adriatico e sul Mediterraneo che offrirono rifugio.
Molte famiglie Cremonesi, Bresciane, Bergamasche, Lodigiane si rifugiarono “alla Mosa luogo assai dilettevole alla Vista”, vicino ad una grossa palude posta tra i fiumi Adda, Oglio e Serio.
Come governo fu eletto un principato con Cremete, primo signore di Crema che le assegnò il nome, poi fu dominata dai Longobardi per 202 anni.
Si narra che nel 589 d.C. Cremete ospitò in Crema, per qualche giorno, la regina Teodolinda, sposa di Autari, quando ella era di passaggio diretta a Pavia. Ospitò pure il secondo marito di Teodolinda, re Agilulfo, nel suo castello di Palazzo Pignano.
Lo storico Cremasco Francesco Sforza Benvenuti (1822-1888) riporta le cronache del Terni e del Fino: “…Narrasi che ai quindici di agosto dell’anno 570, giorno dell’Assunzione di Maria Vergine tutti i rifugiati si raccogliessero a consiglio nel tempietto di S. Maria della Mosa, ed ivi di comune accordo deliberassero d’erigere una cittadella sul terreno ospitale che li aveva ricoverati”. Va ricordato che Alemanio Fino, trascrittore della Historia di Crema di Pietro da Terno, nelle sue Seriane XXV, afferma che la deliberazione presa addì 15 agosto dell’anno 570 fu uno dei motivi per cui la Cattedrale di Crema è dedicata all’Assunzione di Maria Vergine col titolo di S. Maria Maggiore.
L’edificazione di Crema, iniziata il giorno dopo, durò circa venticinque anni, terminando nel 594.
Probabilmente, come affermato da più storici, vi era stato un insediamento romano, precedente alla data suddetta, nonché un castrum alto-medievale, come dimostrato dal materiale edile ritrovato durante i lavori svolti in Piazza Duomo.
Grazie allo studio del geometra Tino Z. Moruzzi, nell’interessantissima opera ECHI, che analizza la topografia d’impianto dell’area urbana attorno alla Piazza Duomo, possiamo parlare di “Prima cerchia della Fondazione” (570 d.C.), verosimilmente rettangolare, della superficie di quattro ettari comprendente le attuali Via Cavour, Via Matteotti, Via Mazzini, Piazza Duomo e Via XX Settembre.
Nell’incendio del 1449 furono distrutti gli atti più antichi custoditi nel nostro Archivio Comunale, fra cui le testimonianze scritte citate dallo storico cremasco Pietro da Terno (1478-1553).
Riteniamo importante ricordare il 15 agosto, data che la comunità di Crema nella storia non ha mai commemorato, ma che invece dovrebbe essere celebrata annualmente, a memoria delle nostre gloriose origini, magari in sostituzione di altre festività più recenti ed impopolari.
Mario Cassi