Di Mario Cassi
Si trovano facilmente armi Austriache risorgimentali, cimeli delle varie battaglie, poche di quelle Sarde
(esercito), e poi Italiane, numerose le sciabole da ufficiale perché di proprieta’ degli stessi, rare invece le armi da truppa perché di proprietà dello stato. Nella meta’ dell’Ottocento le armi Bianche raggiunsero il massimo dello splendore ed eleganza e poi inizio’ un declino a favore delle armi da fuoco, in rapido progresso, fino a diventare macchine da guerra. All’inizio dell XIV secolo le armi da fuoco civili e militari erano ad avancarica ed a pietra focaia; si caricava dalla bocca della canna e il proiettile era costituito da una sfera di piombo avvolto in carta e polvere nera. Questo sistema durò fino al 1830 circa, poi
fu inventata la capsula al fulminante di mercurio, nuovo sistema più funzionale e semplice. Nel 1842 si ebbero le prime canne rigate e aumentò considerevolmente la precisione del tiro; e si cominciò l’uso dei proiettili ogivali. Nel 1860 il progresso tecnico – meccanico, la lavorazione precisa, permise la diffusione delle Rivoltelle, sempre ad avancarica e capsula, che sostituirono le mono colpo. Dopo il 1860 si diffusero le armi da fuoco a retrocarica. Nel nostro territorio si ha un discreto panorama delle armi usate nelle guerre risorgimentali provenienti da tutta Europa: armi Francesi, Austriache, Sarde, Svizzere, Prussiane, Inglesi, Belghe, usate dai volontari e dagli eserciti preunitari che si rifornivano all’estero.
La guardia civica, poi nazionale
Il primo esempio di “Guardia Civica” si ebbe nell’aprile del 1814, come si deduce da alcuni documenti dell’epoca. Importante è un manifesto della “Reggenza di governo Provvisoria”, Milano, 21 aprile 1814 affisso a Crema. Esso stabilisce il Distintivo della “Guardia”. “…determina il distintivo Civico compresa la Guardia Civica, è la Coccarda Bianca e Rossa. Per la truppa di linea, non essendo per ora possibile l’introdurre differenza tra i corpi stazionati in Milano e gli assenti, si ritiene la coccarda attuale, e ciò sino ad ulteriore deliberazione”.
Determinazione poi interdetta con manifesto della “Cesarea Regia Reggenza provvisoria di Governo”del 13 giugno 1814: “La coccarda provvidamente introdotta dal consiglio comunale di Milano ed approvato dalla Reggenza in un momento in cui un distintivo Civico poteva essere necessario, viene ora interdetto”.
Tutto ciò, perché nell’attesa delle truppe Austriache.
La “Guardia di Crema” nacque nel luglio 1859 dopo la ritirata Austriaca volontariamente come “Guardia Civica”, abito borghese e vecchi fucili sottratti dalle caserme con obiettivo la sicurezza pubblica e la costituzione di un esercito per presidiare le città “ liberate ”.
Il “ libro matricola ” della G.N. (Guardia Nazionale) comprende quasi tutti gli esponenti militari del Risorgimento Cremasco, che si distinsero in parecchie battaglie.
“Una Milizia al servizio della patria”, è “la Legione di Crema”.
Il Tiro Mandamentale; nacque e venne inaugurato il 12 aprile 1862 per volontà dell’eroe dei “due mondi”,che informava ”…come sia vivo desiderio del Grande Italiano che i vantaggi dei Tiri Nazionali vengano dalle Città estesi anche alla Campagna”.
Notevole l’impegno di personaggi cremaschi che mesi prima avviarono una sottoscrizione con quote da 5 franchi, ove aderirono privati ed altri comuni del circondario.
”La carabina è l’arma dei popoli liberi e intelligenti” disse Giuseppe Garibaldi a Crema, durante la sua visita; aggiunse: “Italiani il milione di fucili ci condusse a Palermo e a Napoli. Un milione di tiratori spazzerà senza bisogno d’aiuti esterni il suolo d’Italia dallo straniero che ancora lo calpesta”.
Un esempio è la Carabina Federale Svizzera modello 1851*, appartenuta al Garibaldino Cremasco Antonio Piazza, una plachetta ovale d’argento ne fregia il calcio come uso nell’epoca, con nome e cognome e “Crema ”.
“…L’attività’ di questi Armaioli Cremaschi; Cesare Rosaglio e Gaetano Riboldi che vissero tra rivoluzioni e guerre doveva essere redditizia e anche pericolosa”.