Di Mario Cassi
Tradizione perduta senza rimpianti, quella dell’allevamento del baco da seta, ha rappresentato per molto tempo, un elemento principale dell’economia di molte famiglie Cremasche. Per quasi due mesi quest’attività, aveva il potere di sconvolgere i normali ritmi di vita di una famiglia, con tecniche mai sostanzialmente cambiate. Crema poteva vantare un mercato affermato nel settore della bachicoltura, ben regolamentato, dove si trattavano grosse quantità di bozzoli. Il luogo delle negoziazioni era situato in Piazza San Domenico e si svolgeva la seconda metà di giugno. Non si conosce con precisione quando ebbe inizio nel nostro territorio questa cultura. Si hanno notizie scritte relativamente dai dazi sulla “ trattatura” della seta che risalgono al 1784 e di una prosperosa industria bacologia, rappresentata dai fratelli Figlioli con stabilimento fuori Crema, per la selezione del baco nel 1914. Indicativamente questa cultura dovrebbe essere continuata fino al primo dopoguerra 1945. L’amministrazione della città di Crema negli anni 30 commissionò, alla ditta P. Locatelli con sede a Milano, la fabbricazione di un centinaio di distintivi numerati da consegnare ai “ Mediatori” regolarmente iscritti all’Albo. Numerosi distintivi non vennero mai consegnati. Di forma ovale, dalle dimensioni di mm. 27,5 x 49,4 in metallo dorato e stampato, con smalti e spilla posteriore, buona la fattura. Nel centro è riportata la scritta dorata “MEDIATORE” entro smaltatura bordò – cremisi. Sulla parte superiore si può notare lo stemma della Città di Crema affiancato, alla sinistra, da quello del Partito Nazionale Fascista con aquila e fascio imperiale, entrambi smaltati. Sotto in rilievo la scritta CITTA’ DI CREMA. All’estremità inferiore, attorniato da foglie d’alloro, il numero.
Opere consultate:
Folclore Cremasco, F. Piantelli
Storia di Crema, L. Vero
Archivio Personale, Mario Cassi
Cento città d’Italia – Crema 1896