l Sigillo è un oggetto usato per suggellare lettere, plichi o documenti, imprimendolo su cera o ceralacca.
Nell’esporre questo studio, ci si rende conto di non poter essere esaustivi, poiché lungo la storia della Sigillografia (Sfragistica) e della Diplomatica (evoluzione dei diplomi) dei comuni, sono state create molte varianti.
Tuttavia ritengo utile e illustrativo, per stimolare la conoscenza della nostra storia, proporre queste pagine.
Fin da tempi molto antichi, i sigilli furono usati dai magistrati bizantini e dall’Aula regia per convalidare numerosi documenti. I comuni del XV secolo usarono bolle per convalidare i loro documenti, seguendo l’esempio dei Pontefici.
Dal XII secolo iniziarono a sostituire gradualmente il segno di croce sui documenti.
Va ricordato che nell’epoca di mezzo, anche tra i nobili, pochi erano coloro che sapevano scrivere; anche questi ultimi richiedevano, come garanti di atti, liste di testimoni.
Il sigillo può essere considerato una delle primissime forme di stampa, utilizzata da migliaia di anni per chiudere e rendere ufficiali lettere e documenti.
Le immagini e le scritte riportate nei sigilli avevano precisi significati, legati al personaggio o all’istituzione che essi rappresentavano. Imperatori, Re e Papi rendevano autentici i documenti con un’impronta riproducente la propria effigie e spesso il sigillo, le monete o le medaglie presentavano le stesse caratteristiche.
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I nobili, generalmente, usavano come segno distintivo lo stemma araldico della propria casata, che solitamente si tramandava di padre in figlio. In alcuni casi, alla morte di un titolato, lo stemma veniva spezzato e sepolto con lui. La creazione di un sigillo doveva rispettare delle regole che stabilivano l’immagine, la forma, le iscrizioni. Come vedremo, poteva essere ovale, rotondo, ottagonale, ogivale, a scudo o di altre forme.
Sfragistica è un termine coniato da J. Heuman nel 1745 ed è propriamente utilizzato per definire l’attività di produzione dei sigilli. Tale attività si concentra sul significato legale e sociale dei sigilli e sull’evoluzione del loro aspetto. Ha stretti legami con un’altra importante scienza, l’Araldica.
Lo studio dei sigilli costituisce la Sfragistica; la sua importanza per la ricerca storica oltrepassa lo studio araldico, essendo una preziosa fonte iconografica di oggetti, armi, navi, sui medesimi incisi.
Gli anelli sigillarizii, portati all’indice della mano sinistra e propriamente detti “aposfragismi” avevano la stessa funzione, che si diversificava soltanto per l’uso fattone dai singoli individui, i quali se ne servivano come firma in un tempo in cui l’analfabetismo era quasi la regola nel mondo della cavalleria.
Nell’insieme i sigilli ci offrono un’eloquentissima pagina di storia di quattro secoli, dai quali splendono molte ed antiche memorie nazionali.
Il numero dei sigilli più importanti, custoditi nel nostro Museo cittadino è costituito da XXXVII (trentasette) pezzi, quasi tutti con l’impugnatura originale in legno. Essi provengono dalla donazione di un cittadino cremasco che dapprima trovò i sigilli, e, successivamente, l’impugnatura. Il nostro concittadino, con grande dovere civico, decise di metterli a disposizione della comunità.
Dalle scritte riportate sui sigilli si legge la storia del nostro territorio, dei Comuni di San Bernardino fuori le mura, di Santa Maria della Croce, Porta Ombriano e Ombriano, costituiti Comuni fino all’anno 1928, e, successivamente, uniti al Comune di Crema. Interessante il timbro in gomma custodito all’interno di una cassa d’orologio a cipolla del Comitato di Assistenza Civile dei bisogni della Guerra di Trigolo (fig. XXXVIII).
Nella collezione del Museo non vi sono sigilli strettamente postali che rientrano nella Marcofilia, ma sigilli che per la maggior parte servivano al Municipio, a enti pubblici, o di carattere militare, a spedire in franchigia la corrispondenza, come quello del Comune di Crema in uso fino all’anno 1926 e quello del Comune di San Bernardino fuori le mura, usato fino all’aggregamento con il Comune di Crema, avvenuto in data 15 marzo 1928.(figg. XXXII e XXXIII)
Interessante è l’individuazione dei tipi di inchiostri usati nei diversi periodi storici, anche dai sigilli a secco, per la ceralacca e il nero fumo – quest’ultimo poco usato – composto da polvere ricavata dalla bruciatura di legni da resina.
IX – Regno Lombardo Veneto | X – Regno Lombardo Veneto-Transizione scalpellato 1859 | XI – Governo provvisorio 1848 |
XII – Congregazione Municipale di Crema 1848 – 1855 |
XIII – Governo Provvisorio 1848 | XIV – Transizione 1859 |
XV – Comune di San Bernardino 1861-1926 ca. | XVII – Comando di Piazza Guardia Nazionale 1861 |
XVIII – Comando Guardia Nazionale Crema 1861 |
XIX – Regno d’Italia 1861 ca. |
XX – Ufficio dello Stato Civile di San Bernardino 1861-1928 |
XXI – Giunta di Santa Maria della Croce 1861-1916 |
Nella ricerca che ho svolto presso archivi pubblici e privati non ho trovato impronte dei nostri sigilli su ceralacca, ma solo ad inchiostro e a secco.
Il sigillo più antico, nella collezione del Museo, è quello muto della Repubblica veneta (fig. I): leone di San Marco in soldo con libro degli evangeli chiuso; del sec. XVIII, databile all’incirca al 1784 con quello ad uso come bollo a secco della Pretura e Procura (fig. Ia), e ad uso postale nella nostra zona del 1795. Rimase in uso fino alla caduta della Serenissima nel marzo 1797 e non fu scalpellato ma sostituito ripetutamente dai nuovi governi che si susseguirono: la Repubblica di Crema (28 marzo 1797) (figg. II e III), la Repubblica Cisalpina (fig. IV) dal 29 giugno 1797; seguirono l’occupazione austro-russa (dal 25 aprile 1799), il dominio napoleonico (5 giugno 1800)(figg.V,VI,VII) e il dominio austriaco e Lombardo Veneto (20 aprile 1814 – 12 giugno 1859). Come capoluogo dei due distretti, Crema fu incorporata alla provincia di Lodi; (figg. VIII,IX,X scalpellato dall’aquila bicipite) .
Il 26 marzo 1848, Crema per voto del consiglio comunale aderì al Governo provvisorio di Milano (figg. XI, XII, XIII). Rientrati gli austriaci fu, come in precedenza, aggregata alla provincia di Lodi. Dal 23 gennaio 1816 iniziò a comparire sui sigilli la lettera R. di Regia.
Fu innalzata al rango di Regia Città dall’Imperatore Francesco I d’Austria, in ossequio alla sua celebrità ed al suo attaccamento verso la Casa. (figg. XII, XIV, XXIV, XXV) Una fattura indirizzata al Municipio comunale di Crema, datata 18 luglio 1865, riporta: ”Dato una macchinetta d’otone per timbrare a secco sopra la carta servibile per il detto ufficio comunale con stemma della città, totale It.(italiane) Lire 18:00. Bacchetta Giovanni”. E’ il sigillo rappresentato dalla figura XXV.
Nel 1859 Crema passò a S.M. il Re di Sardegna con le altre città lombarde esclusa Mantova, e poi aggregata come capoluogo di circondario alla provincia di Cremona (fig. XIV); poi al Regno d’Italia (17 marzo 1861), facendo parte del Dipartimento dell’alto Po.
Da quest’ultimo, il Regno d’Italia con Re Vittorio Emanuele II, si cominciò ad usare più frequentemente i sigilli, sia come tali, a ceralacca, che come timbri ad inchiostro (figg. da XV a XXV).
Il sigillo della Commissione per i feriti in guerra del 1866 (fig. XXVI) è veramente speciale: si riferisce ai partecipanti alla terza guerra d’indipendenza. Il nostro territorio non fu interessato da questo conflitto risorgimentale, perciò riguardò soldati provenienti per lo più dal Veneto. Rilevo dalla cronaca dell’epoca che furono apprestati 150 letti dall’ospedale maggiore, e destinate 20.000 lire per la cura dei feriti. Inoltre il Consiglio del Comune di Crema stanziò 5000 lire per soccorsi alle famiglie dei chiamati alle armi, 3000 lire per quelle dei volontari, 500 lire per il militare che catturerà una bandiera nemica, 1000 lire per chi meriterà una medaglia d’oro e 300 lire per chi sarà decorato di una medaglia d’argento.
Molto interessante il sigillo ovale dell’Ufficio dello stato civile del Comune di Santa Maria della Croce. Un sigillo che riporta la croce pomata e lavorata all’interno, quasi a simboleggiare lo Stemma del Comune, (tale fino all’aggregazione del 1928 con Crema) al momento non conosciuto, al contrario dei Comuni di Ombriano e il neo-scoperto di San Bernardino fuori le mura. (fig. XXVIII)
Interessante notare la panoramica di stemmi della nostra città, usati nelle varie epoche senza distinzione di periodo.
(figg. V, VI, X, XXIV, XXV, XXVII, XXXI, XXXVI e XXXVII).
Nelle ricerche, ho trovato un mandato di pagamento datato 3 agosto 1860, dove il Comune di Porta Ombriano (aggregato ad Ombriano il 30 dicembre 1865), aveva commissionato al meccanico ed armaiolo cremasco Giuseppe Marelli, la costruzione di un timbro: “…per timbro fornito alla Giunta Municipale per uso d’ufficio”, costo 12 lire italiane. Purtroppo questo sigillo non compare nella collezione del nostro bel Museo civico, si conosce solo l’impronta riportata sul mandato di pagamento. E’ simile al sigillo fig. XXX del Comune di Ombriano, e, vista la forte somiglianza, deduco che probabilmente fu eseguito dallo stesso artigiano.
Per questione di spazio e scelta, non riproduco l’impronta dei singoli sigilli, e le impugnature degli stessi, ma il pezzo in originale. Ciò avvenne fino al febbraio del 1939, quando finalmente si mise ordine all’uso dello Stemma cittadino. Il medesimo fu approvato dal capo del Governo S. E. Benito Mussolini con Regio Decreto del 15 febbraio 1939; da quel momento si cominciò ad usare lo stemma Mod. 1939 tuttora in uso.
XXXVI – Ufficio dello Stato Civile di Crema 1913 |
XXXVII – Ufficio Funerario di Crema 1914 |
XXXVIII – Biblioteca Comunale Crema 1926 ca. |
XXXIV – Comitato di Assistenza per i feriti Trigolo 1919 ca. | XXXV – Comitato di Assistenza feriti Trigolo 1919 ca. |
BIBLIOGRAFIA
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